La prima segnalazione di questo castello si deve a Plinio il Vecchio, che cita l’edificio originario chiamandolo Castelum Pucinum, eretto sul promontorio roccioso tra Monfalcone e Trieste, sul sito di un tempio di culto druidico dedicato al Dio Sole. Ulteriori testimonianze dell’esistenza del castello risalgono al 1139, dove viene citato in documenti del periodo di regno di Tybein di Duino (o Tybeiner), vassalli dei patriarchi di Aquileia. Dunque, questo tempio del dio Sole e successivamente l’antico castello segnarono l’inizio della vita del villaggio di Duino.
Dalle rovine della fortezza si evince che l’edificio aveva una forma rettangolare circondata da torri frastagliate sostenute da archi poggiati sulle pietre della roccia su cui era costruito. Nella parte inferiore della torre principale, composta da più piani e adibita a residenza e successivamente a prigione, si trovava una cappella. Ciò è testimoniato da tracce di affreschi sulle pareti e sulla volta del soffitto. Si presume che l’accesso al piano superiore avvenisse tramite scale esterne in legno. Questo è dovuto al fatto che le pareti della torre presentano delle rientranze quadrate in cui si presume fossero incastrati i sostegni delle scale, probabilmente mobili, che garantivano una perfetta protezione per gli occupanti della torre in caso di attacco.
Una striscia di terra molto stretta collegava il castello alla terraferma, scavata in uno stretto passaggio lungo il muro di cinta per limitare il passaggio e facilitare la difesa dal nemico.
Un ponte levatoio veniva posto dove oggi si trova l’ingresso del castello.
Nel XV secolo l’antico castello di Duino fu completamente abbandonato e dopo l’attacco turco del 1476 fu quasi distrutto. Eppure, su questa roccia inaccessibile, battuta dai venti, parti delle sue mura sono riuscite a sopravvivere ai secoli con tutte le loro leggende.
La leggenda è legata alla grande pietra bianca visibile sotto le mura, che sembra una figura femminile avvolta in un mantello. La leggenda della Dama Bianca narra che molti anni fa il castello di Duino era abitato da un cavaliere malvagio e dalla sua sposa, una donna dal cuore puro e dai sentimenti nobili. Un giorno, però, accecato dall’ira, il cavaliere la gettò dalla rupe e l’infelice, cadendo, emise un tale grido di angoscia che il cielo, impietosito, la trasformò in una roccia. Da allora, ogni notte, verso mezzanotte, l’infelice si stacca dalla roccia e vaga per le rovine del vecchio castello alla ricerca della stanza con la culla del suo bambino. All’alba si allontana e, delusa, si trasforma nuovamente in pietra.
Alla conclusione della Pace di Timava del 1112, come ho già detto, i confini del territorio furono definiti tra i Marchesi d’Istria e la Contea di Gorizia, feudatari dei Patriarchi di Aquileia. Nel XII e XIII secolo questi territori carsici furono affidati ai signori di Duino, i cosiddetti Duinati.
signori di Duino, i cosiddetti Duinati.
Il Castello nuovo:
costruito sulle rovine della torre romana che sorgeva sul promontorio vicino al vecchio castello. La sua storia inizia nel 1389, quando la sua costruzione fu commissionata da Ugone di Duino, capitano di Trieste, per sostituire il vecchio castello. All’inizio, per un breve periodo, l’edificio fu utilizzato come prigione, ma poco più tardi fu convertito in residenza.
Andremo quindi a scoprire a chi è appartenuto il nuovo castello nel corso dei secoli e chi sono oggi i suoi abitanti. Il racconto del nuovo castello di Duino ci porterà in un lungo viaggio nella storia della nobiltà italiana, attraverso le guerre e fino ai giorni nostri. Dopo la morte di Ugone, il castello fu ereditato da Ramberto di Valsee, fratello della sua prima moglie, che ne curò la costruzione fino al suo completamento nel XV secolo.
Nel 1472, il dominio su Duino e sul suo castello passa dalla famiglia Valsee all’imperatore Federico III d’Asburgo, che vi si stabilisce come capitano e amministratore di Duino e del Carso. A lui si unirono diversi altri capitani, Neklas Lüger, Jürgen von Elach e Caspar Rauber. Furono tutti grandi eroi nella resistenza di Trieste contro l’assedio veneziano del 1463. Questi capitani imperiali ampliarono le fortificazioni del castello e lo resero più resistente a eventuali assedi.
Nel 1522 il possesso di Duino passò al Ducato di Carniola. Quando la famiglia Hofer von Hohenfels scomparve nel 1581 con la morte dell’ultimo discendente, Matthäse, il castello rimase a sua volta in eredità alle sue due uniche figlie, Ludovika e Marie-Clara Orsa. Entrambe si sposarono (naturalmente una dopo la morte dell’altra) con il conte Raimondo della Torre di Valsassina, che assunse il cognome Hofer. Così, per i successivi 250 anni, il castello rimase in possesso dei Von Thurn – Hofer Valsassina.
Nel 1849, la contessa Therese von Thurn-Hafer Valsassina, ultima discendente diretta di Dela Torre Valsassina ed erede del castello di Duino, sposò il principe Egon zu Hoenlohe-Waldenburg-Schiligfrost, dal quale ebbe sei figli. Quindi, nel 1875, la sua quarta figlia sposò a Venezia il principe Alessandro di Torino e Taxo, pronipote di della Torres e figlio di Hugo Massimiliano del ramo boemo, che portò in dote. Nel 1881, dalla coppia nacque Alessandro, che alla fine divenne proprietario della tenuta. In seguito fu proclamato primo Duca del Castello di Duino dal Re d’Italia, Vittorio Emanuele III di Savoia, e ottenne la naturalizzazione italiana nel 1923, assumendo il cognome della Torre e Tasso.
Nel XVIII secolo il castello era un importante centro culturale. Molti personaggi storici famosi furono ospiti del maniero, come l’imperatrice Sisi e suo marito, il duca Francesco Ferdinando d’Austria, Johann Strauss, Gabriele D’Annunzio, Franz Liszt, Rainer Maria Rilke e molti altri. Durante una delle sue visite al castello, Rilke scrisse le “Elegie di Duino” e diede così popolarità alla zona di Duino. Anche la riva rocciosa che si estende all’interno del castello era uno dei luoghi preferiti dal poeta per le sue passeggiate, da cui trasse ispirazione per le sue opere. Oggi questo sentiero porta il nome di Rilke ed è uno dei luoghi preferiti per il trekking dai molti turisti che visitano la zona.
Il castello di Duino oggi:
Ancora oggi il castello è di proprietà dei discendenti delle famiglie Torre e Tasso. La tenuta è gestita dal pronipote della famiglia, il principe Dimitri della Torre e Tasso, nato nel 1977. Per contribuire alla manutenzione del castello, il principe Dimitri lo ha trasformato in un museo, con i primi due piani, il giardino e il bunker aperti al pubblico, mentre al terzo piano si trova la residenza del principe, dove tuttora vive.
Il Bunker:
Costruito nel 1943 per la Kriegmarine tedesca, con una superficie di 400mq e una profondità di 18m. Durante la guerra fu utilizzato come rifugio antiaereo e come fortificazione della cosiddetta “Linea Bertha”, una linea difensiva ideata dai nazisti che copriva tutto l’alto Adriatico in punti che erano potenziali punti di sbarco per l’esercito alleato. Il golfo di Sistiana era uno dei punti di maggior pericolo per i nazisti, il che spinse questi ultimi a scavare il bunker. All’epoca la residenza principesca fu occupata dalle truppe tedesche e poi dalla successiva occupazione anglo-americana. Oggi, nella parte centrale del bunker sono esposti reperti della Seconda Guerra Mondiale, pannelli con la mappa del bunker e una serie di articoli di cronaca dell’epoca.
Il giardino del castello:
Tutti gli anni, nel giardino del castello vengono piantati diversi tipi di fiori che formano imponenti macchie floreali combinate con la classica vegetazione mediterranea.
Oggi il castello è mantenuto grazie ai proventi delle visite al museo e al bunker. La dimora è un luogo popolare per cene di gala, matrimoni, battesimi, conferenze e mostre, e ospita anche concerti, spettacoli teatrali ed eventi culturali.
Grazie per aver visitato il mio blog e spero che lo abbiate trovato interessante, XOXO Svetlana
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